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Provincia Autonoma di Trento - Innovazione

 
 
 
 
 



 
10/10/2016

Il modello open data del sistema pubblico trentino invitato alla "European Week of regions and cities" (Bruxelles 10 – 13 ottobre)

Quest'anno il tema della quattordicesima edizione della settimana dedicata ai programmi per le politiche di coesione della Commissione Europea e del Comitato delle Regioni, in corso in questi giorni a Bruxelles, è "Regioni e città per una crescita sostenibile ed inclusiva".

Fra le 100 sessioni, seminari e meetings in programma, il modello trentino sugli open data sarà presentato assieme a quanto realizzato dalla città di Helsinki e a quanto propongono la Gilmworm IT BV e l'Urban Data Analytics, in un panel intitolato "Come aumentare lo sviluppo di prodotti e servizi informativi basati sul riuso e combinazione di dati aperti del servizio pubblico in Europa".

Il servizio pubblico trentino (Provincia, Consorzio dei comuni, Regione Trentino Alto Adige, Azienda sanitaria e tanti altri) è oggi parte attiva - con i suoi oltre 5.000 data set - nella comunità Open Data che si raccoglie a livello europeo attorno al European Data Portal (i dati del Trentino sul portale europeo).

Il Trentino ha accolto la sfida del cambiamento economico e sociale circa la centralità del dato come materia prima dei mutamenti nei mercati mondiali tecnologici, dei modelli di business e dei nuovi servizi oggi disponibili: per facilitare questo processo è centrale la funzione del servizio pubblico, anche attraverso il coinvolgimento di ogni attore dell'ecosistema territoriale.

In particolare, al servizio pubblico spetta un ruolo di primo piano nel garantire interoperabilità e sostenibilità alla qualità dei dati che gli uffici producono. E' necessario che il patrimonio di informazioni che la pubblica amministrazione crea nei suoi processi amministrativi esca da una visione autoreferenziale, da un uso legato solo alle procedure del singolo ufficio, amministrazione, regione o altro, affinché venga estratto e reso disponibile il valore che oggi, grazie alle nuove tecnologie, è possibile creare dentro uno spazio di mercato digitale europeo armonizzato e interconnesso.

Per questo, in questi anni, il Progetto Open Data in Trentino, sotto la direzione del S. Supporto alla Direzione generale e ICT, ha fatto passi importanti di collaborazione, armonizzazione e allineamento con la Provincia autonoma di Bolzano e con il Consorzio dei Comuni Trentini.

L'obiettivo è quello di creare un contesto culturale generalizzato capace di valorizzare al massimo in ottica europea le specificità dei territori grazie alla possibilità di far parlare le nostre eccellenze con le eccellenze delle altre regioni comunitarie.

Si tratta di fare del Trentino un territorio "ad alta cultura del dato" iniziando ad introdurre la consapevolezza del valore anche economico dei dati che produciamo e di come, con poche conoscenze di base (standard, legittimità, licenze, aggiornamento), il servizio pubblico sia in grado di offrire materia prima per nuove imprese, nuove professioni, nuovi scenari di crescita pensati soprattutto per le nuove generazioni.

La Commissione Europea ha stimato per i prossimi anni 414 miliardi di PIL e quasi 4 milioni di nuovi posti di lavoro grazie alla diffusione delle economie data driven. Non si tratta solo di open data, ma di sviluppi legati a big data, al riutilizzo legittimo di dati personali o di dati prodotti da sensori e che monitorano territorio, traffico e quant'altro.

Per gli open data la Commissione ha stimato un trend di crescita per il 2020 del 37% e una crescita pari al 32% dei posti di lavoro legati a queste nuove competenze e professioni (si parla di 75 miliardi di euro).

A Bruxelles il Progetto Open Data racconterà tutto questo, presentando in particolare il lavoro frutto dell'attuale sinergia tra Consorzio dei Comuni Trentini, Informatica Trentina e Provincia di Trento (tutti e tre presenti al panel): stiamo proponendo un nostro contributo ai programmi europei che si occupano di definire dei "vocabolari europei condivisi". Il nostro obiettivo è permettere che il riuso dei nostri dati, quelli che parlano dei nostri territori, sia il più ampio possibile: ciò è attuabile solo se si rendono le basi informative interoperabili oltre i confini lingusitici, tecnologici e semantici.

 
 
 
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